Leonardo da Vinci è noto principalmente come artista, scienziato e inventore, ma scrisse anche poesie. La sua produzione poetica, tuttavia, non è vasta né conosciuta quanto le sue altre opere. Le poesie di Leonardo sono spesso aforismi, riflessioni morali e filosofiche, scritte in versi brevi e semplici, spesso nelle sue note personali.
Caratteristiche della poesia di Leonardo:
Tematiche
Le poesie di Leonardo riflettono spesso i suoi interessi per la natura, la scienza, la bellezza, il tempo, e l'interazione tra uomo e mondo. Molte di esse contengono riflessioni sull'impermanenza della vita, sull'ingegno umano e sul mistero dell'universo.
Stile
Lo stile di Leonardo è conciso e diretto, con una forte componente meditativa. Non segue le forme tradizionali della poesia rinascimentale, ma si avvicina più agli aforismi.
Lingua
Scriveva in italiano volgare, come faceva per la maggior parte dei suoi appunti, e spesso utilizzava una lingua semplice ma ricca di significato.
Esempio di Poesia:
Uno degli scritti poetici più noti di Leonardo è il seguente:
"Il tempo"
O miser delli miseri, o ciechi delli ciechi, l'anime voi che viete l'eterna lor possanza, volendo voi col tempo, già consunti e spenti, rifarli col mal impio d'antica ignoranza.
In questi versi, Leonardo riflette sul tempo e sulla condizione umana, criticando l'ignoranza e l'impotenza degli uomini di fronte all'ineluttabile scorrere del tempo.
La poesia di Leonardo, seppur limitata, ci offre uno spaccato del suo pensiero più intimo e delle sue preoccupazioni filosofiche. È una parte del suo lavoro che, come i suoi appunti e disegni, ci permette di avvicinarci al suo mondo interiore e di comprendere meglio la complessità del suo genio.
La poesia “Il tempo” riflette profondamente la visione di Leonardo da Vinci sulla condizione umana e il rapporto con il tempo e l'ignoranza.
"O miser delli miseri, o ciechi delli ciechi,"
Leonardo si rivolge agli esseri umani, definendoli "miseri tra i miseri" e "ciechi tra i ciechi", evidenziando la loro condizione di sofferenza e ignoranza. La ripetizione di "miser" e "ciechi" amplifica l'intensità della sua critica.
"l'anime voi che viete l'eterna lor possanza,"
Qui, Leonardo sembra accusare l'umanità di ostacolare la propria potenzialità eterna, forse riferendosi alla capacità dell'anima di trascendere i limiti temporali e materiali, ma che viene soffocata dall'ignoranza e dall'incapacità di vedere oltre.
"volendo voi col tempo, già consunti e spenti,"
Gli esseri umani cercano di opporsi al tempo, ma sono già "consunti e spenti", cioè consumati e privi di vitalità. Leonardo sottolinea l'inutilità del tentativo umano di sfuggire al decadimento naturale imposto dal tempo.
"rifarli col mal impio d'antica ignoranza."
Infine, Leonardo conclude che questo tentativo di resistere al tempo si traduce in un'azione empia, basata sull'ignoranza antica. Qui emerge la sua convinzione che l'ignoranza sia una forza distruttiva che condanna l'umanità a ripetere gli stessi errori.
Leonardo esprime una visione pessimistica del destino umano, sottolineando l'inutilità di lottare contro il tempo senza una vera comprensione o saggezza. Questa poesia riflette la sua osservazione critica della società e della natura umana, intrappolata in un ciclo di ignoranza che impedisce di raggiungere una comprensione più profonda e duratura della vita e dell'universo.
La riflessione sulla natura ciclica del tempo e sull'ignoranza umana è un tema ricorrente nei suoi scritti, che evidenzia la complessità del suo pensiero filosofico e la sua capacità di combinare introspezione con osservazione critica.